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Gas naturale: l'impatto ambientale e perché preferirlo

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Tra i combustibili fossili oltre a carbone e petrolio c’è il gas naturale, considerato un ponte per lo spostamento verso l’uso sempre maggiore delle fonti rinnovabili. Vediamo dove si trova, quanto inquina e perché preferirlo.

Informazioni generali sul gas naturale

Il gas naturale è una miscela fatta da metano ed è meno inquinante di petrolio e carbone, ma è pur sempre un combustibile fossile e per questo non può essere inserito tra le fonti energetiche pulite e rinnovabili. In Italia e nel mondo si usa per i fornelli per cucinare, il riscaldamento domestico e la produzione di acqua calda oltre che per generare la corrente delle energie elettriche. Inoltre negli ultimi anni è stato impiegato al posto della benzina come carburante per le automobili.

A inizio 2022 il conflitto Russia-Ucraina ha portato al centro dell’attenzione la dipendenza dell’Italia dall’importazione di gas naturale da altri Paesi, Russia in primis. Per questo, oltre che per motivi ambientali, ci si sta orientando verso fonti rinnovabili come l’energia solare.

Dove si trovano i principali giacimenti di gas naturale

I principali giacimenti di gas naturale si trovano in Russia, a cui seguono Algeria, Iran e Stati Uniti. Dopo l’estrazione il gas è trasportato via mare o via gasdotti. L’Italia in questo scenario produce appena il 4,4% del gas naturale che consuma, mentre il 38% arriva dalla Russia lungo un gasdotto di 4mila chilometro che attraversa anche l’Ucraina. Altre forniture di gas naturale per l’Italia arrivano dall’Algeria (27,8%) tramite la struttura Transmed, lunga 2mila chilometri e che attraversa anche la Tunisia per giungere all’impianto di Mazara del Vallo, in Sicilia.

Quanto inquina il gas naturale?

Non ha molto senso parlare di gas naturale come di fonte fossile pulita, nonostante il minor impatto ambientale rispetto a petrolio e carbone. Anche il gas naturale è una fonte energetica inquinante e non rinnovabile, che presenta due problemi legati all’utilizzo:

  • Emissioni di anidride carbonica e gas serra legati alla sua combustione e che contribuiscono al surriscaldamento della Terra;
  • Presenza di metano, un gas serra che nei venti anni successivi all’emissione in atmosfera intrappola il calore contribuendo al riscaldamento globale e alla crisi climatica, come dimostra lo studio del 2018 dei ricercatori del NOAA di Boulder (Colorado). Da questo studio emerge come le emissioni di metano causate dai problemi tecnici del settore delle estrazioni USA siano del 60% superiori a quelle stimate e avrebbero un effetto sul clima equivalente a quello delle emissioni di CO2 provocate annualmente dalle centrali a carbone statunitensi.
Perché si parla allora del gas naturale come ponte per la transizione energetica verso fonti pulite? Sicuramente si assiste alla difficoltà di svincolarsi dai combustibili fossili e l’impatto minore del gas naturale rispetto al petrolio permette di avviare un cambiamento nel sistema, prendendo il tempo necessario all’ampliamento degli impianti eolici e di quelli alimentati ad energia solare.

Anche investire sulle reti di trasporto del gas naturale permette di realizzare strutture da usare in futuro per il trasporto di idrogeno e biometano, gas rinnovabili e puliti che negli anni a venire dovranno rappresentare una quota crescente nel panorama delle fonti energetiche. Si tratta di un’evoluzione sostenibile in cui l’aumentato utilizzo del gas naturale rappresenta solo il primo passo.